Pesca di Leonforte IGP, la settembrina

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Leonforte, città siciliana della provincia di Enna, è situata al centro del sistema montuoso degli Erei, sul declivio di un irto colle che le permette di dominare la regione, ricca di acque, del Dittaino.

Appartenente al suo territorio è il Monte Altesina, alto ben 1192 metri, che, nell'antichità, venne identificato con il "Monte Ereo". Per la sua posizione baricentrica fu preso come riferimento dagli arabi per dividere la Sicilia in tre Valli.

È in questo territorio collinare che si coltiva la Pesca di Leonforte IGP, denominata Settembrina, dalla forma globosa e la polpa aderente al nocciolo.

Caratteristiche
È il frutto prodotto dalla coltivazione di due ecotipi locali: Bianco di Leonforte e Giallone di Leonforte, non iscritti nel catalogo nazionale delle varietà.

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La buccia è di color giallo con striature rosse non sempre evidenti e polpa gialla per l'ecotipo Giallone di Leonforte.

L'ecotipo Bianco di Leonforte, invece, presenta buccia di colore bianco, con striature rosse non sempre evidenti, e polpa bianca.

Gode da tempo di una notevole reputazione per la sua qualità, in particolare per la sua durezza e per la maturazione tardiva. Ha un gusto e un profumo particolarmente intensi.

La polpa più soda e più acida, a causa della lenta maturazione, la rendono particolarmente adatta per la preparazione di marmellate; sono ottime in abbinamento con le carni bianche cui conferiscono un gusto particolare.

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La caratteristica che contraddistingue la Pesca di Leonforte IGP dalle sue "concorrenti" è il periodo di maturazione: settembre. Com'è possibile, vi chiederete voi? Semplice: le pesche vengono "insacchettate" per proteggerle dai parassiti.

La raccolta viene così svolta dalla prima decade di settembre alla prima decade di novembre, consentendo al prodotto di arrivare sui mercati quando altre varietà di pesche sono generalmente già esaurite.

Fasi della produzione
Il procedimento dell'insacchettamento ('ncuppatura in siciliano) è stato "brevettato" negli anni Sessanta da un certo Pappalardo di Acireale che cercava di ovviare ai danni prodotti dai parassiti.

I primi pescheti nascono infatti a Leonforte negli anni Cinquanta sui terreni argillosi della Contrada Noce, ma dopo appena quattro anni la coltivazione viene abbandonata a causa della mosca mediterranea.

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Il rimedio arriva qualche anno dopo: il sacchetto di carta pergamenata in cui vengono avvolti i frutti 120-150 giorni prima della completa maturazione, protegge le pesche da parassiti, dalle intemperie ed evita l'uso eccessivo di concimi di origine industriale.

La pratica si diffonde rapidamente e così ricomincia la storia della Pesca di Leonforte IGP.

Zona di produzione
È coltivata nei comuni di Leonforte, Enna, Calascibetta, Nissoria Assoro e Agira, in provincia di Enna su una superficie di circa 200 ettari.

La coltivazione della pesca tardiva di Leonforte riveste in atto una notevole importanza poiché rappresenta per la modesta economia locale una buona fonte di sostentamento, non solo per i produttori ma anche per la notevole quantità di manodopera necessaria per l'insacchettamento e per la raccolta.

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Cenni storici
La comparsa del pesco nelle aree irrigue di Leonforte si fa risalire agli inizi del secolo scorso, quando singole piante di pesco erano coltivate per uso esclusivamente familiare tra gli agrumi tuttora presenti nelle aree irrigue del comprensorio in argomento e utilizzato come pianta per risarcire eventuali fallanze dell'agrumeto.

Il pesco, mantenendo pur sempre la sua prerogativa di prodotto destinato al consumo familiare, andò aumentando come numero di piante presenti negli agrumeti.

Ben presto la produzione complessiva di pesche superò, in qualche caso, il normale consumo familiare e il produttore intraprese la via del mercato generale all'ingrosso (a Catania) per la vendita delle quantità eccedenti.
I primi quantitativi di frutti furono così commercializzati da operatori del Catanese .

Si arrivò così al Dopoguerra quando la coltivazione del pesco subì una notevole brusca stasi dovuta all'insorgere di attacchi di parassiti animali (mosca della frutta).

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Vi si pose rimedio negli anni che seguirono mediante il ricorso all'uso del sacchetto come metodo di difesa meccanica dalla mosca della frutta.

Da allora la consuetudine non si è più persa. Un incremento significativo delle superfici coltivate a pesco si ebbe alla fine degli anni Sessanta e agli inizi degli anni Settanta, quando altri imprenditori seguirono la strada tracciata dai pionieri, impiantando (ora in coltura specializzata) i frutteti.

Dagli anni Settanta la Pesca di Leonforte IGP rappresenta un motore importante per l'economia locale di quest'area della Sicilia. A questo prodotto è dedicata una sagra annuale che si tiene ogni prima domenica di ottobre.

Consorzio di Tutela della Pesca di Leonforte IGP
C.da Bafurdo, snc
94013 Leonforte (EN)
Tel. 0935 90.41.06
www.pescadileonforte.it
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