Ciliegia dell'Etna DOP, la vulcanica

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Alle falde meridionali dell'Etna e al margine settentrionale di un'ampia insenatura costiera cui dà il nome si distende Catania, una città siciliana che vanta una storia millenaria, testimoniata dal suo ricco patrimonio artistico, architettonico e culturale.

Il barocco del suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell'umanità dall'Unesco. Il suo territorio comprende anche una vasta fetta della piana di Catania ('a Chiana), una tra le più estese aree coltivate della Sicilia.

È in questo territorio fertile caratterizzato dalla presenza maestosa dell'Etna che crescono gli alberi da frutto da cui si ricava la Ciliegia dell'Etna DOP.

Caratteristiche
La denominazione di Ciliegia dell'Etna DOP è attribuita ai frutti del ciliegio dolce "Prunus avium L." famiglia delle rosacee, ecotipo Mastrantonio (Donnantonio).

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Ha un colore rosso brillante, di pezzatura medio-grossa, croccante all'esterno e una polpa molto compatta e un peduncolo lungo. Il frutto è dolce, ma non stucchevole, la bassa acidità conferisce un sapore molto gradevole ed equilibrato.

L'elemento distintivo della Ciliegia dell'Etna DOP, rispetto alle altre varietà presenti nel territorio o alla stessa varietà allevata al di fuori del territorio, è la bassa acidità, associata alla croccantezza e a un buon tenore zuccherino dei frutti.

A queste caratteristiche va poi aggiunta anche la particolarità dei tempi di maturazione che sono più ampi rispetto ad altre ciliegie perché proporzionati al progressivo innalzamento rispetto al livello del mare dei terreni di coltivazione della zona del vulcano Etna.

Zona di produzione
La Ciliegia dell'Etna DOP si coltiva dalle aree limitrofe al mare Ionio fino ad altitudini di 1600 metri sui versanti Est e Sud-Est dell'Etna e comprende in provincia di Catania, il territorio amministrativo dei Comuni di numerosi comuni.

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Fra questi: Giarre, Riposto, Mascali, Fiumefreddo di Sicilia, Piedimonte Etneo, Linguaglossa, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Milo, Zafferana Etnea, S. Venerina, Sant'Alfio, Trecastagni, Pedara, Viagrande, Nicolosi, Ragalna, Adrano, Biancavilla, S. Maria di Licodia, Belpasso, Aci S. Antonio e Acireale.

La zona di coltivazione è caratterizzata da suoli che evolvono su substrati di origine vulcanica. In particolare, il suolo di origine vulcanica e le notevoli escursioni termiche determinano il colore rosso della ciliegia dell'Etna.
Nella fascia montana i suoli presentano profilo poco profondo, elevata rocciosità superficiale, tessitura sabbiosa e ricca di scheletro.

La fascia collinare e litoranea presentano profili più evoluti, profondi, con tessitura franco-sabbiosa, suscettibili di irrigazione.

La distribuzione del territorio fino ad altitudini di 1600 metri s.l.m. conferisce alla Ciliegia dell'Etna DOP parametri esclusivi in termini di tempi di maturazione.

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Sono in grado di coprire un ventaglio molto ampio che per l'ecotipo Mastrantonio (Donnantonio) va dall' inizio di giugno fino alla terza decade di luglio.

I casi di gelate sono rari e da ricondurre a fenomeni di inversione termica, meno evidenti nelle aree più ventilate di collina. Si registrano valori assoluti delle temperature massime con punte di 44,3 °C a luglio e mediamente si hanno valori di 39-40 °C.

I valori annui delle precipitazioni raggiungono i massimi della provincia e della stessa Sicilia e aumentano con il crescere della quota.

Cenni storici
Attorno alla coltivazione della ciliegia dell'Etna si è stratificato negli anni un retroscena culturale e un importante indotto economico fatto di mestieri, tradizioni e usi ripetuti nei secoli dai coltivatori ortofrutticoli.

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La sua coltivazione ha una tradizione secolare basata sugli sforzi continui dei contadini etnei di trasformare i terreni vulcanici chiamati sciare, (dall'arabo "terra bruciata") in terreni fertili, attraverso la creazione di impianti di irrigazione localizzati che consentissero irrigazioni di soccorso e fertirrigazioni durante la lunga stagione vegetativa in periodo asciutto.

Antiche usanze che ancora si tramandano nel lessico dialettale: il nome di «cirasa» o «ciriegia», la preparazione dei terreni noti come «terre scatinate», ovvero i terreni derivanti dalle opere di dissodamento delle lave.

Ma anche le tecniche di coltivazione che prevedono pratiche di innesto a «sgroppo» o a «pezza» e la tecnica di raccolta manuale con l'utilizzo di scale a trenta pioli e con ceste note come «panari».

La coltivazione affonda antiche radici nel territorio etneo e l'esperienza degli agricoltori del luogo, acquisita di generazione in generazione, con continua ricerca e messa in atto di specifiche tecniche colturali.

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Tutto ciò ha determinato le condizioni affinché la coltivazione della Ciliegia dell'Etna DOP si consolidasse con successo nel tempo, fino a costituire un patrimonio storico, tradizionale e culturale del territorio.

Consorzio di Tutela Ciliegia dell'Etna DOP
via Emilia, 21 95014
Tel. +39 095-939810
Mob. +39 335473247
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