L'Italia delle meraviglie, sfilate AltaRoma

curiel couture renato balestra 

L'alta moda romana investe sempre di più sui giovani: stilisti, artigiani, designer e creativi ad ampio raggio che potrebbero diventare la spina dorsale del Made in Italy del futuro.

Del resto Roma e il Lazio brulicano di aziende piccole e medie votate all'arte imperitura e squisitamente italiana del vivere con stile.

Ma a questo punto la domanda sorge spontanea: ha ancora senso nell'era digitale e del 'selfismo' parlare di abiti esclusivi dai costi esorbitanti e fatti a mano, destinati a poche centinaia di signore nel mondo, più o meno giovani e tutte provenienti per lo più dall'area dei mercati emergenti e dal cosiddetto BRIC?

Evidentemente sì a giudicare dalla scintillante kermesse di Altaroma che per 4 giorni ha animato la capitale fra sfilate, eventi, party e cene blindate nei luoghi più suggestivi, fastosi e romantici della Dolce Vita che presto, dopo l'exploit de 'La grande bellezza' di Paolo Sorrentino, sarà riproposta in un remake cinematografico.

Anton Giulio Grande580
Non per niente moda e cinema sono i due pilastri per il rilancio di Roma secondo Carlo Calenda, Viceministro per lo Sviluppo Economico del Governo Renzi che ha promesso lo stanziamento di ben 1,5 milioni di euro di fondi per il 2016 a supporto di Altaroma, l'ente presieduto da Silvia Venturini Fendi.

Una stilista ma anche una manager illuminata che nei giovani, quelli che non giocano sull'effettaccio e sull'eccesso ma quelli di grande e autentico talento, ha sempre creduto.

Stilisti emergenti e già affermati come Marco De Vincenzo che nella rassegna '5+5' sostengono nuovi virgulti dello stile come Carlo Volpi, Maria Sole Cecchi o Matteo Lamandini, premiato a Berlino come 'Designer for tomorrow' che ha già firmato una capsule collection in collaborazione con Tommy Hilfiger.

Oppure giovani leve come l'italiano Nicolò Beretta meglio noto come Giannico, marchio emergente di calzature, lo stilista british Lee Wood, anima creativa di L72, brand di ready-to-wear femminile e Carol Oyekunle, designer del marchio di accessori Lolita Lorenzo e artefice di eccentriche quanto deliziose minaudière.

ettore bilotta luigi borbone

Sono questi ultimi i tre vincitori del premio della undicesima edizione di Who is on Next?. Sono anch'essi giovani, pure all'anagrafe, Pier Paolo Piccioli e Maria Grazia Chiuri, i direttori creativi di Valentino cresciuti proprio accanto al grande couturier di Voghera e da Fendi e che puntano sull'innovazione tecnica e sulle bellezze di Roma Caput Modae.

Il loro faraonico show di alta moda 'Mirabilia Romae' a Piazza Mignanelli, prescelta non a caso dal fondatore della mitica maison Valentino Garavani come location delle sue sfilate estive di alta moda negli anni'80, ha aperto le danze della manifestazione capitolina dedicata alla celebrazione dell'abito unico e prezioso, anticipata qualche giorno prima del suo inizio dalla sfilata della collezione geometrica e voluttuosa del creatore palestinese Jamal Taslaq, ambientata in una villa alle porte di Roma e presentata anche al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York.

La maratona di AltaRoma dedicata alle collezioni di alta moda per l'inverno 2015 ha davvero reso giustizia ai giovani, schierando in pedana atelier storici ma evergreen come Renato Balestra e Raffaella Curiel accanto a couturier di nuova generazione tutt'altro che polverosi: da Vittorio Camaiani a Chiaradé disegnata da Pasquale Pironti, da Michele Miglionico a Luigi Borbone passando per Rani Zakhem ed Ettore Bilotta fino all'architetto Sabrina Persechino con i suoi pesanti velluti intessuti di metallo e all'appena quarantenne Anton Giulio Grande che è finalmente tornato a presentare la sua sensuale e scenografica collezione di haute couture a Roma dopo anni di assenza dalle passerelle romane.

Anche questo è un buon segnale. E sempre la fashion week targata AltaRoma ha ospitato un evento internazionale di grande prestigio culturale e mondano: il vernissage dell'esposizione 'Couture Sculpture' dedicata al couturier tunisino Azzedine Alaïa, curata da Mark Wilson e aperta fino al 25 ottobre nelle sale della Galleria Borghese di Roma diretta da Anna Coliva.

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Il riservato e geniale stilista francese ha dominato la scena della moda negli anni'80 e '90 con le sue creazioni body conscious in jersey dalla linea a clessidra, più vicine all'arte che al prêt-à-porter ed è ancora considerato un oracolo di stile dai creatori di ieri e di oggi. I suoi abiti cesellati sulle forme femminili e indossati, fra le altre, da Tina Turner, Elle Mc Pherson, Madonna, Grace Jones e Michelle Obama esprimono una tensione plastica e un'ammirazione per la bellezza del corpo umano che si ritrovano nelle sculture classiche e nelle varie statue del Bernini che abbelliscono gli straordinari saloni adorni di stucchi, ori e marmi in cui si snoda il percorso della Galleria, nel segno del sincretismo fra classicismo e contemporaneità.

Classiche e contemporanee sono anche le creazioni di Renato Balestra, 30 capolavori di altissima moda presentati da 11 modelle nel nuovo atelier di via Cola di Rienzo. Sono abiti da cocktail, piccola e gran Sera riservati a una clientela 'élitaria ma giovane' come tiene a sottolineare il couturier che ha disegnato il famoso abito 'pretino' per le Sorelle Fontana.

Oggi Balestra illumina il grigio più plumbeo delle metropoli nel gelido inverno con lo sfavillio di cristalli disposti con rigore certosino a spina di pesce lungo il profilo velato dell'abito più sinuoso color perla o sulla gonna a ruota della princesse da debuttante.

rani zakhem vittorio camaianiIl tutto in un crescendo di lavorazioni geometriche e di preziosismi rarefatti che culminano nelle decorazioni policrome ispirate alle vetrate Art Nouveau, nelle applicazioni di jais e ramages di velluto, negli abiti monospalla di velluto grigio asfalto, nei soprabiti di lurex effetto pelliccia, nel tulle iridescente, nei faille metallizzati e nelle toilettes color platino del gran finale in cui trionfano la sposa e gli abiti da gran ballo, sintomo di una ritrovata euforia generale.

La voglia di feste danzanti, di mondanità, e di spensierata joie de vivre torna un po' in tutte le collezioni di questa ventisettesima edizione di AltaRoma. Perfino nelle cineserie di Luigi Borbone che con le sue plissettature a spina di pesce pensa ai fasti decadenti de 'L'ultimo Imperatore' e alle atmosfere malinconiche dei film di Wong Kar-Wai traslate nelle giacche con falde a pagoda incrostate di Swarovski color granata a disegnare un dragone, c'è spazio per l'enfasi su una gonna dai fianchi arrotondati a cupola, come pure spesso nelle silhouette auliche definite da Lella Curiel.

La stilista milanese rende omaggio stavolta all'equilibrio e alla regalità dell'attuale sovrana d'Inghilterra che festeggia 90 primavere, evocando la lezione di eleganza della corte dei Tudor con la loro rosa delicata in smalto color lacca, i velluti dévoré a motivi damascati, le 'lattughe' al collo e ai polsi, le maniche a prosciutto, le gonne ballon che richiamano le 'braghe a melone' portate dai gentiluomini dell'epoca di Shakespeare e Caterina de Medici, i corpini a punta ricamati di pizzo che slanciano la forma anatomica in senso verticale, le giacche tagliate come farsetti e i velluti neri e drammatici dell'abito in stile Maria Stuarda.

Mistero e malìa sono i cardini dell'estetica tratteggiata da numerose maison di scena nel calendario di Altaroma.

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Il marchigiano Vittorio Camaiani gioca la carta dell'antico Egitto reso moderno da divertissement di forme geometriche e virtuosismi di piramidi e asimmetrie riportate su lane pregiate e abiti da sera che riprendono le dune del deserto.

Fatali e scandalose le veneri di Anton Giulio Grande, irretite dalla seduzione del pizzo a trama sottile sul nudo, di Chiaradé che inneggia al fascino enigmatico della Marchesa Casati e delle dame vittoriane e di Rani Zakhem le cui muse rifanno il verso a Marlene Dietrich negli abiti in taffetas scarlatto o nei fourreau a sirena impreziositi da perle e da piume scure e vaporose e corredati da lunghi guanti. Ieratiche e spirituali per contraddizione le madonne di Michele Miglionico che si ispira alla Lucania e fa sfilare le sue creazioni in una chiesa.

Altere e misticheggianti anche le vestali neo-klimtiane di Ettore Bilotta che assegna al velluto un ruolo da protagonista assoluto della sua collezione austera e maestosa, un po' come quella arabeggiante e bizantina disegnata da Sabrina Persechino.

Allo scouting e alla ricerca delle nuove proposte nonché alla loro concreta commerciabilità si rivolge con estrema attenzione la Camera italiana dei fashion Buyer guidata da Mario Dell'Oglio che in tandem con White, la piattaforma Farfetch e Lancia ha ideato il Time Contemporary Fashion Award.

wion chiaradeIl concorso finalizzato alla individuazione di giovani creativi, avvalendosi della collaborazione e del supporto di Russian Buyers Union e della competente consulenza di stile nella ricerca dei nuovi talenti di Federico Poletti, autorevole talent scout di nuovi stilisti internazionali, ha individuato in Maurizio Miri, Bliss Lau, Ultràchic e Giancarlo Petriglia i vincitori votati da una giuria popolare dei social network.

Largo dunque sempre di più ai giovani.

Enrico Maria Albamonte

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