FENDI FA SOGNARE ROMA CON LA SUA ALTAMODA DEL FUTURO

Di Augusto De Angelis

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54 anni: un matrimonio longevo quello fra Fendi e Karl Lagerfeld, un sodalizio purtroppo bruscamente interrotto dalla scomparsa, lo scorso febbraio, di Kaiser Karl. Un vero genio della moda, poliedrico e ineffabile con il suo ventaglio, i sunglasses, il codino argentato e i completi da dandy che negli anni '60 ha inventato il logo stilizzato del brand capitolino, le due effe rovesciate sinonimo di 'Fun, fur', la pelliccia ludica. Al suo direttore creativo dal 1965, la maison e in particolare il nuovo direttore artistico Silvia Venturini Fendi, hanno dedicato un omaggio fastoso e solenne, un evento memorabile ambientato sul Palatino, il colle su cui è stata edificata Roma, location suggestiva di una sfilata di alta moda e haute fourrure davanti al Colosseo con il coté mondano di un elegante dinner placé per 600 persone, venute da tutto il mondo.

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Questo kolossal fra moda e arte intitolato in modo altisonante 'The dawn of romanity', ha introdotto e accompagnato il lancio del progetto del marchio di LVMH di un imponente restauro da 2.5 milioni di euro per ristrutturare il tempio di Venere al Palatino che insieme alle fontane di Roma alcune delle quali oggetto di un intervento della maison Fendi, rappresenta una delle più antiche e nobili vestigia della Roma pagana. E di scena sullo sfondo del tempio di Venere corsi e ricorsi: la maison ha citato sé stessa e il suo ricco archivio portando sulla pedana di travertino, incastonata in un giardino all'italiana come nel Seicento, alcuni classici come la cappa ad astuccio e il trench in seta doppiato di zibellino e visone simile a quello sfoggiato da Silvana Mangano in 'Gruppo di famiglia in un interno' di Visconti restaurato da Fendi.  Ma anche ai cappotti rifiniti in pelliccia più bohémien indossati da Maria Schneider in 'Ultimo tango a Parigi' di Bertolucci.

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La novità è che Fendi ha abbracciato la tematica sostenibile mandando in passerella quasi sempre pellicce basate sulla tecnica della rimessa a modello e rivisitate in modo moderno o a dir poco avveniristico. Le pellicce che sfilano, indossate dalle modelle top fra le quali Maria Carla Boscono e Freja, trasformate in Veneri siderali con i loro caschetti stile '2001 Odissea nello spazio', sono state fresate, fustellate, rasate, ricamate, trattate come tessuti, quelli preziosi e leggeri profusi nel défilé come sareebbe piaciuto a Karl Lagerfeld: chiffon, organza, tulle, lane soffici e impalpabili, cachemire che simula la fourrure. La pelliccia sostenibile è di lane preziose, ma anche cotone e PVC.

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Protagonista è comunque, accanto alle sperimentazioni in eco-fur, la pelliccia vera, preziosa, esclusiva, sdrammatizzata da lavorazioni da cardiopalma ispirate a temi floreali, alla Secessione Viennese e ai suoi grafismi vertiginosi.  Colpisce il rigore geometrico delle decorazioni marmoree a tasselli della Roma classica e barocca, mentre lo styling e le silhouette evocano gli anni '70, gli anni determinanti per la collaborazione con Lagerfeld. Il lavoro finale sui velli, pregiati e non, è eccelso: telai in pelle e onde in visone marmorizzato, pantaloni palazzo in moiré e gazar marmorizzato, stivali trasparenti, ricami minuziosi realizzati con motivi microscopici in visone rasato da mani molto esperte e sapienti.

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Le giacche hanno le spalle insellate e la vita segnata e hanno i revers sciallati in pelliccia preziosa, gli abiti da gran sera con le loro maniche rigonfie e le gonne a crinolina che lievitano come alla corte di Napoleone III sono imponenti ma leggere con le stampe a motivi geometrici e l'orlo ricamato di micro-paillettes. La nuova baguette, la it-bag inventata da Silvia Venturini Fendi negli anni Novanta, è in volpe e visone ed è ingigantita, la minaudière con telaio riporta all'opus sectile e ai suoi intarsi di pagana memoria. Lunghi boa di volpe bicolori scivolano languidamente sui preziosi e sensuali abiti lingerie da maliarda ricamati di spighe di grano in rafia o arricchiti da romantiche e suadenti balze arricciate in velluto di seta stile bambola.

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La palette è molto suggestiva: miele, sabbia écru, toni pastello come il citrino, la giada, il quarzo rosa, il calcedonio, che incontrano i toni dei minerali e della terra screziati d'oro. Ad applaudire la sfilata di 54 uscite un parterre molto prestigioso: Catherine Zeta-Jones in rosso sexy chic e Susan Sarandon venute da Hollywood per l'occasione come pure Jason Momoa il divo di Aquaman, Zendaya.  Presenti anche molti attori italiani di primo piano come Margherita Buy, Isabella Ferrari, Alessandro Roja, Kasia Smutniak, Miriam Leone, Valentina Cervi, Alba Rohrwacher, e l'irriducibile e platinata Chiara Ferragni con il tatuato marito in bermuda Fedez. E dopo la cena di gala sul Colosseo l'esibizione del gruppo newyorkese Lion Babe.

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CREDITS: ph. Daniele Venturelli/courtesy of Getty Images for Fendi

 

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