Zanotta, punto di svolta

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Tra i protagonisti del nuovo corso di Zanotta, Francesco Michea –da quasi un anno Amministratore Delegato dell'azienda- è una figura che coincide con l'inizio di una stagione fatta di nuove sfide, innovazioni e impegni. All'insegna del virtuoso binomio profitto-cultura.

Di strategie per ampliare la diffusione dello storico marchio sul mercato globale, confermando per Zanotta il ruolo di leader nell'arredamento d'alta gamma e di "capofila" di una visione fortemente orientata alla dimensione sociale e culturale del design, il manager 58enne Francesco Michea sembra averne molte e chiare.

Grazie alla lunga esperienza sviluppata lavorando per importanti aziende internazionali in ambito ICT (Hewlett Packard, Siemens Nixdorf, Think3, Nextra, Terasystem, StorageTek, Hitachi Data Systems), Michea ha molta familiarità con le situazioni che richiedono propensione al cambiamento e il più alto livello di commitment per il raggiungimento di obiettivi sempre più ambiziosi, nel rispetto della continuità con la tradizione qualitativa e dell'etica di business.

Laurea con lode in Ingegneria Elettronica, padre di due figli, il nuovo A.D. di Zanotta ha ricoperto posizioni di vertice come Amministratore Delegato, Direttore Generale e Sales Vice President in aziende del mondo, sviluppando un'esperienza molto utile nell'individuare soluzioni e azioni in anticipo sui tempi per l'azienda di Nova Milanese, che punta ad ampliare i propri segmenti di mercato nel furniture design per la casa e per il contract.

Attento all'analisi dei dati economici, alla gestione delle risorse umane, naturalmente portato a vedere il cliente al centro della propria azione, Michea spiega nei dettagli il suo nuovo piano industriale, consapevole di una sfida a 360 gradi che Zanotta, per la prima volta dalla sua fondazione, affida a un professionista esterno alla famiglia.

Il suo ingresso in Zanotta coincide con i 60anni dell'impresa e con un nuovo corso nell'immagine coordinata. Un buon auspicio per un ruolo che punta allo sviluppo aziendale.

Sì, certamente. Nonostante la rispettabile età di 60anni, ho trovato molta freschezza e molto potenziale in Zanotta. E' la prima sorpresa positiva di questa nuova esperienza e sono tante le aree dell'organizzazione che insieme al mio team di lavoro sto trattando per renderle più funzionali, più agili e pienamente allineate agli obiettivi di crescita che l'azienda si è data per i prossimi anni.

Quali sono gli aspetti prioritari di struttura e visione strategica su cui vuole intervenire per innovare e dare impulso all'impresa?

Vogliamo e dobbiamo essere più bravi, rigorosi e puntuali nel tradurre in pratica la nostra missione. Zanotta opera nel segmento dell'High Quality Design e dovrà essere sempre di più in grado di confermare e innovare la propria eccellenza nel rendere fruibile il design a chi aspira circondarsi del bello durevole, non solo per la qualità del prodotto, ma anche per il valore permanente che l'alta qualità della nostra offerta, molto ampia, è in grado di dare ai clienti, ai fan e agli studiosi di Zanotta.

In breve, vogliamo ribadire con forza il nostro impegno per il vero "design for living". Con queste premesse stiamo agendo sui diversi livelli dell'organizzazione, dalla produzione alle vendite, attraverso la ridefinizione dei processi portanti dell'azienda, con l'obiettivo di garantire efficienza al sistema Zanotta e fornire un forte impulso allo sviluppo del coverage geografico.

Fattore che prevede un deciso commitment dell'azienda verso i mercati oltreoceano, come Stati Uniti, Far East e Middle East, senza trascurare l'Europa che continua a darci importanti soddisfazioni e vede il Regno Unito al centro di un nuovo progetto di sviluppo della presenza di Zanotta oltre Manica.

Coniugare profitto e cultura fa parte della mission dell'azienda fondata nel 1954 da Aurelio Zanotta. Secondo la sua esperienza, maturata nella direzione di grandi gruppi italiani e stranieri, qual è la sfida maggiore?

Profitto e cultura rappresentano un binomio molto importante per l'azienda. Menzionato per la prima volta da Aurelio Zanotta ad Aspen nel 1989, segnala che l'unico modo per essere dominanti nel mercato, ricevendone il giusto e continuo apprezzamento, è produrre e offrire valore, in modo etico, ponendo il cliente al centro della nostra visione, del nostro impegno e dei nostri servizi.

In tal senso la sfida è assolutamente allineata a quanto pensano e puntano a fare le multinazionali dei vari segmenti, con l'affascinante differenza che questa volta l'headquarter è in Italia e tocca a noi andare oltre i confini nazionali per diffondere il verbo di cultura e di business, quello che si può definire lo "Zanotta way", che significa cura maniacale dei dettagli e continua ricerca finalizzata allo sviluppo e all'innovazione dell'offerta di soluzioni e servizi per l'arredamento.

Da cosa si sente più affascinato nel mondo del design?

Il nostro Paese occupa nel mondo del design una chiara e forte posizione di leadership e per me, orgoglioso di essere italiano, è una circostanza assolutamente affascinante e densa di valore perché spinge ogni giorno a impegnarsi e a migliorarsi per continuare ad eccellere nel ruolo di leader.

Osservo, inoltre, piacevolmente che c'è meno tecnologia rispetto al mio mondo di provenienza, ma che la tecnologia sta al tempo stesso avanzando con impeto in questo nostro segmento di mercato, portando un forte contributo di qualità, velocità ed efficienza al sistema dell'High Quality Design.

Un design che vuol dire fascino, bellezza, calore ed emozioni ed è mia e nostra intenzione continuare a interpretare quei contenuti per i prossimi 60anni, onorando il binomio cultura-profitto.

Nella sua abitazione, quali delle icone di Zanotta le piacerebbe inserire?
Ci sono alcuni significativi segni dello "stile Zanotta" nella mia abitazione. Sicuramente sono tante le icone che potrebbero essere aggiunte.

Solo per citarne alcune, penso al Sacco, a Sciangai, Leonardo, Cavour, Mezzadro, Sella ...a tutto Mollino e potrei continuare. Sono, però, convinto che dopo un po' dovrei affidarmi all'assistenza di un bravo architetto.... E sarebbe una scelta difficile, tanti e talentuosi sono i progettisti che ho incontrato in questi primi mesi in Zanotta.

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