Pompei, la città sepolta

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Per 1700 anni Pompei fu letteralmente cancellata dalla faccia della terra, nessuno sapeva nemmeno più indicare il luogo in cui sorgeva, poi pian piano è riemersa ed è oggi una delle meraviglie dell'archeologia.

La giornata del 24 agosto del 79 dopo Cristo cominciò con una improvvisa eruzione del Vesuvio. Nessuno capì quello che stava succedendo: non si era mai vista una cosa del genere. Un'immensa colonna di fumo che si alzava per chilometri, seguita da un'enorme nube nera che arrivava sulla città coprendola completamente e oscurando il cielo con questa strana pioggia di sassolini leggeri e porosi, ancora caldi.

Lo stupore lasciò ben presto il posto alla paura e poi al panico, quello che successe in quelle 24 ore in cui Pompei fu investita a più riprese dalla furia del vulcano è stato pazientemente ricostruito con un lungo lavoro di scavi e di ricerche.

Oggi, le rovine di Pompei sono di gran lunga una delle maggiori attrazioni turistiche d'Italia e del mondo. Visitare questo sito archeologico va ben oltre la passione verso l'arte e la storia, ma è un qualcosa che va a toccare corde particolari, in grado di attirare gli amanti del mistero, dei riti e dei culti di popolazioni così lontane da noi nel tempo, ma così vicine "fisicamente".

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Il fatto che Pompei sia stata distrutta, ma allo stesso tempo preservata, dall'eruzione del Vesuvio, rende ancora più affascinante questo luogo, dove, passeggiando tra i viottoli dell'epoca, sembra di rivivere un'epoca remota, anche grazie alle case, alle botteghe e agli utensili rimasti intatti, dandoci modo di avvicinarci con cognizione di causa allo stile di vita dell'epoca.

I primi veri scavi furono effettuati dai Borbone di Napoli, nel 1738, da sempre interessati all'arte e alla storia, in particolar modo per la passione di Re Carlo di Borbone.

Gli scavi furono completati in gran parte verso la fine del 1800 ma proseguirono anche nel Novecento, quando fu riportata alla luce la Villa dei Misteri, oltre a Via dell'Abbondanza. Numerosi furono gli edifici pubblici rinvenuti, come il Foro di Pompei, il mercato, i luoghi dove veniva conservato il cibo, chiamati Termopoli o l'edificio idrico, chiamato Castellum Aquae.

Molto importante per gli abitanti di Pompei era l'intrattenimento, per questo sono stati rinvenuti diversi luoghi dove venivano proposte attività ludiche. Su tutti l'Anfiteatro, costruito attorno all'80 a.C. e capace di contenere 20mila persone, ma furono poi ritrovati anche il Teatro Grande, la Palestra e le Terme.

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Ovviamente non mancavano luoghi di culto come i Templi. Il più importante è dedicato ad Apollo, mentre altri furono costruiti per venerare Iside, Giove, Venere e altri dei. Visitando gli scavi di Pompei si hai l'impressione che il tempo si sia bloccato nel momento dell'eruzione. I calchi dei corpi delle persone rendono ancor più suggestivi questi luoghi.

Gli scavi ebbero inizio nel 1748, durante il regno di Carlo di Borbone, Re delle Due Sicilie, con l'intento prevalente di conferire prestigio alla casa reale.

Si procedette in modo discontinuo e in punti diversi dell'area, che solo dopo qualche anno fu identificata come Pompei, senza un piano sistematico. Furono così riportati alla luce parte della necropoli fuori porta Ercolano, il tempio di Iside, parte del quartiere dei teatri.

Il periodo di occupazione francese, all'inizio del 1800, vide un incremento degli scavi, che venne poi spegnendosi con il ritorno dei Borbone. Si lavorò nella zona dell'anfiteatro e del Foro e ancora in quella di porta Ercolano e dei teatri. Grande eco suscitò la scoperta della casa del Fauno, con il grande mosaico raffigurante la battaglia di Alessandro.

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Dopo l'unità d'Italia e la nomina di Giuseppe Fiorelli alla direzione degli scavi (1861) si ebbe una svolta nel metodo di lavoro.

Si cercò di collegare i nuclei già messi in luce e di procedere in modo sistematico, di tenere resoconti di scavo più dettagliati, di lasciare sul posto i dipinti (precedentemente venivano staccati e portati al museo di Napoli).

Fu anche introdotto il metodo dei calchi in gesso, che consentì di recuperare l'immagine delle vittime dell'eruzione.

All'inizio del nostro secolo, l'esplorazione venne estendendosi, seguendo le direttrici costituite dalle strade, verso la parte orientale della città, ponendo sempre più attenzione anche alle tracce lasciate dal piano superiore delle case.

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Si giunge così al lungo periodo (1924 - 1961) segnato da Amedeo Maiuri. Nella sua intensa attività, oltre alla scoperta di edifici di grande prestigio (valga per tutti la Villa dei Misteri) è da segnalare il completamento della delimitazione della città, lo scavo di ampia parte delle regioni I e II e della necropoli di porta Nocera, l'inizio metodico dell'esplorazione degli strati sottostanti al livello del 79 d.C., alla ricerca delle fasi più antiche di Pompei.

In questi ultimi decenni, l'attività di scavo si è progressivamente ridotta, ritenendo opportuno concentrare le poche risorse disponibili (largamente insufficienti anche per questo solo compito) sul restauro e sulla manutenzione degli edifici già portati alla luce.

Famosi a livello planetario, gli scavi di Pompei sono l'unico sito archeologico al mondo, assieme a quello di Ercolano, in grado di restituire al visitatore un centro abitato romano, la cui vita è rimasta ferma a una lontana mattina del 79 d.C., epoca dalla quale il Vesuvio decise di cancellarlo dall'orbe terraqueo.

La città deve il suo eccezionale stato di conservazione alle modalità con cui è stata sepolta. Tonnellate di ceneri, pomici e lapilli l'hanno coperta sotto uno strato di oltre 6 metri preservandola, nel contempo, dalla maggior parte delle offese del tempo.

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Gli stessi materiali piroclastici, cementandosi attorno ai corpi investiti, ne hanno conservato l'impronta, consentendo agli archeologi di restituirceli negli atteggiamenti assunti a seguito di brevi ma atroci agonie.

Il centro romano che si visita oggi è in realtà "figlio" di un altro, più antico, fondato all'inizio del VI secolo a.C. dagli Osci, genti italiche cui si sovrapposero successivamente i Sanniti. La città italica ha lasciato moltissime tracce di se.

Essa, infatti, inizialmente abitata solo nella zona dove attualmente si trova il foro, si estese successivamente assumendo l'impianto a isolati rettangolari (insulae) ancora visibile.

Anche molti edifici attualmente visitabili furono realizzati nel corso del II secolo a.C. prima che Pompei, in seguito alla guerra sociale che l'oppose a Roma, fosse conquistata da L. Cornelio Silla divenendo colonia romana (80 a.C.).

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Negli anni della colonia vi furono alcune importanti realizzazioni, quali le Terme del Foro e l'Anfiteatro. L'aspetto attuale fu comunque raggiunto nella prima età imperiale, epoca cui risalgono la Palestra Grande e gli edifici pubblici sul lato est del Foro. 

Quest'ultimo, circondato da un portico e dominato dal tempio di Giove, costituisce il cuore della città, il suo centro politico, amministrativo e commerciale.

Al Foro si contrappone il quartiere dei teatri, cuore pulsante delle attività culturali e religiose pompeiane, realizzato nel II secolo a.C. Le attività "ludiche" furono collocate in gran parte all'estrema periferia dove è possibile visitare l'Anfiteatro e la Palestra Grande.

Di grande interesse anche le terme pubbliche: quelle del "Foro" e quelle "Stabiane", visitabili nella sola sezione maschile e caratterizzate dall'alternarsi d'ambienti a temperatura gradatamente crescente (frigidarium, tepidarium e calidarium).

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