Loison, il re del panettone

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Si può definirlo senza tema di smentite il Giorgio Armani del panettone.

Perché Dario Loison, terza generazione di una famiglia di pasticceri attiva a Costabissara (VI) dal 1938 e oggi imprenditore vocato alla qualità, è conosciuto in tutto il mondo per i suoi squisiti panettoni "vestiti" con packaging raffinati.

Un tocco di haute couture per il dolce tipico natalizio milanese, e non solo.

"Ogni anno rinnoviamo il 70% delle collezioni e vestiamo a nuovo i nostri panettoni, pandori, veneziane e colombe -  puntualizza Loison -. Quest'anno abbiamo per esempio lanciato 11 nuove linee e una mascotte, il peluche Rino il Porcospino, che diventa il simpatico contenitore dei nostri panettoni mignon da 100 grammi".
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Una cosa rimane però sempre uguale nella produzione di Loison: la qualità.

Fior di farina, panna, latte, uova e burro freschi, lievito madre sono gli ingredienti di base per i suoi prodotti, lavorati per 72 ore come si faceva un tempo e senza aggiungere additivi proprio per assicurare il rispetto delle loro qualità organolettiche.

Ed è certo per questo che anni fa, non senza alcune polemiche da parte dei campanilisti più accesi, il Comune di Milano affidò ufficialmente a Dario Loison il compito di realizzare per suo conto il classico dolce tipico natalizio e di "vestirlo" con carta bianca e il simbolo di Milano: una confezione minimalista per un prodotto di alto valore gastronomico che da allora è diventato una presenza irrinunciabile delle collezioni Loison.

L'eccellenza del gusto di Loison passa però anche attraverso l'uso di altri ingredienti esclusivi, molti dei quali sono presidio Slow Food: mandarino tardivo di Ciaculli, chinotto di Savona, vaniglia naturale del Madagascar, pistacchio di Bronte, liquirizia di Sibari, fico di Calabria, sale "dolce" di Cervia, cedro calabrese di Diamante, pregiati vini passiti come il Torcolato di Maculan o la grappa di Poli.

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Semplici "segreti" che hanno trasformato il panettone Loison in prodotto gourmet. Come quello alla liquirizia e zafferano di primissima scelta iraniana, un binomio di gusto che lo scorso anno conquistò i palati più sofisticati ed esigenti dei clienti Loison.

"Novità di quest'anno è invece il panettone alla camomilla: un po' per gioco e un po' per passione abbiamo realizzato un delicato panettone dai profumi dolci e rassicuranti della migliore camomilla romana. Lieve e fragrante, ha un retrogusto persistente con sentori di miele e polline," sottolinea Dario Loison.

"Poi l'abbiamo vestito con un incarto marrone su cui appaiono archi e capitelli di ispirazione classica stilizzati in sequenza e verniciati a lucido, chiuso con un nastro in organza avorio.

Volutamente il packaging non ha un riferimento diretto al Natale perché crediamo che questo panettone, così come quelli al fico, all'albicocca e zenzero oppure alla liquirizia e zafferano, tutti contrassegnati dal medesimo incarto ma con nastri di diversi colori, siano destinati a un consumo durante tutto l'arco dell'anno".

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Quando dice "abbiamo" Dario intende sua moglie Sonia Pilla, che in azienda gioca il ruolo fondamentale di stilista.

È lei l'artefice delle nuove collezioni e anche delle proposte evergreen come le latte, contenitori appunto in latta che di edizione in edizione (quest'anno si è giunti alla IX) riportano scene di vita del periodo natalizio dei primi del '900.

Immagini peraltro tratte da una raccolta di antiche cartoline che Dario e Sonia hanno collezionato nel tempo e oggi sono esposte, insieme a libri antichi di pasticceria, vecchie macchine per la lavorazione (fra cui una delle prime per fare la pasta sfoglia), oggetti e utensili, nel loro museo a Costabissara dedicato al panettone.

Unico in Italia e, manco a dirlo, visitato da turisti, curiosi e studiosi da tutto il mondo.

Paolo Becarelli

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