ZIBIBBO ECCELLENZA "PANTESCA": PANTELLERIA SCHIACCIATA TRA DOC SICILIA E IGT TERRE SICILIANE

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L'ennesimo atto "piratesco" lo dimostra. Bene una promozione unica "regionale" di tutti i vini siciliani, ma la tutela della DO deve essere "locale"

Ecco, ci risiamo. Il vino di Pantelleria ancora nell'occhio del ciclone per alterazioni e scandali ....ancora di più per il nome "Zibibbo", usato da solo o con il nome della denominazione. Non è stato sufficiente un lavoro accurato, soprattutto fra il 2019 e il 2023, svolto dalla Amministrazione Comunale del sindaco Campo, da solo contro molti, che in quegli anni ha tentato di far capire a tutti una priorità assoluta: se non si blinda, nel rispetto della legge, la Doc Pantelleria e Zibibbo, come una denominazione e un prodotto unico, il rischio di frodi alimentari e fiscali, inganni verso il consumatore, fregature per i viticoltori di uva, abbandono di vigne, perdita di lavoro e imprese, deprezzamento valore del vino passito storico classico antico .....sarebbero state continue, reiterate in forme e modi diversi. Il modello disciplinare, facilmente adattabile e tirato a piacimento, imposto e voluto da pochi più per interessi commerciali e industriali che territoriali, fra Doc Pantelleria, Passito e Liquoroso, Doc Sicilia e Igt Terre Siciliane .... non può reggere nel tempo, non da garanzie e assicurazione ai veri e unici titolari dell'AlboDoc, cioè i viticoltori.

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Le uve vere e certificate di Zibibbo (quello dell'Isola Piccola e basta) sarebbero state fagocitate dalle altre uve di Moscato, ottime in altre terre isolane, ma non con il DNA dello Zibibbo. Una Doc Pantelleria con 9 - ripeto nove sottomenzioni - non aiuta a valorizzare il vino di punta, di pregio, storico, culturalmente espressione di millenaria vita pantesca: una terra un vino, questo è lo slogan oggi da seguire per emergere e per tutelare. E la recente denuncia dei Carabinieri per 30.000 bottiglie, sembra false, senza autorizzazione, senza certificazione, senza controllo è solo l'ultima piccola punta di un iceberg, di un problema che può accelerare anche un processo di disaffezione, di abbandono del consumo. Un fatto giuridico negativo che va oltre i confini nazionali incrinando la fiducia del consumatore straniero. 9 denominazioni e una sola porta il nome "Zibibbo dolce" e un capitolo designazione e presentazione e imbottigliamento troppo superficiale, ecco perchè nascono tante possibilità.

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E' marginale che la società inquisita o colpevole sia straniera e sia soprattutto una impresa che commercializza decine di etichette di vino italiano e non, quello che importa è che evidentemente nella "zona di produzione" Doc Pantelleria, Doc Sicilia, Igt Terre Siciliane esistono spazi di manovra fuori dal disciplinare, fuori controllo delle autorità di vigilanza. Addirittura una storia di false etichette e di impresa non accreditata sui registri che autorizzano imbottigliamento che esiste e per-dura dal 2019 scrivono i Carabinieri!! Consorzio di Tutela, Regione, Istituto di controllo della certificazione dove erano, dove sono e ....dove saranno a tutelare i viticoltori e i piccoli imbottigliatori "accreditati certificati controllati" con sede sull'isola di Pantelleria? Ovvia la domanda: ma da quali uve è partita la produzione e commercializzazione di un vino "Dop Pantelleria Zibibbo" - e basta - distribuito e venduto in 11 paesi da 6 anni e solo oggi viene formalizzata la falsità o frode?

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Siamo convinti (lo chiediamo come osservatorio economico e ente nazionale di analisi mercato e consumo di vini e spumanti fondato nel 1991) che urge creare una Docg unica, nell'ambito della denominazione geografica Pantelleria, che abbia una nuova designazione in etichetta separata "Zibibbo Passito Classico Naturale" in modo che vi sia certezza del luogo, vigna, uva, appassimento al sole, vinificazione, imbottigliamento solo ed esclusivamente sull'isola piccola e non altrove. Troppe volte si è sentito parlare e scritto favole sulla trasformazione del vino e delle denominazione nei tragitti sulle barche dalle isole alla terra ferma. Una sola etichetta vera deve essere appannaggio esclusivo di chi sull'isola di Pantelleria dimostra "foto prove testimonianze" il totale rispetto della norma. Anche un eccesso di acquisti, compravendite, passaggi di mosto o vino semipronto fra produttori e commercianti può dare adito a dubbi, illazioni, mancate certificazioni come anche il contrario.... un eccesso di certificazioni possono complicare la vita a tanti piccoli produttori.

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Come mai tutto salta fuori dopo 5 anni? E tutto è successo sull'isola piccola? Come si fa a pensare che si possa incentivare e salvaguardare la vitivinicoltura pantesca quando succedono cose che fanno stare lontano potenziali aziende pronte ad investire. Un consorzio di tutela che non vuol sopravvivere, essere succube... deve saper svolgere il proprio compito, altrimenti se sta in piedi solo con i numeri garantiti da "due cantine" è meglio che chiuda baracca e burattini (come dicono dalle mie parti) e far risparmiare tempo, soldi e burocrazia a tante piccole imprese. Un consorzio di tutela non deve essere alibi o "badante" di un "viale del tramonto" che Pantelleria e i panteschi non meritano sul proprio vino e il proprio Zibibbo.

di Giampietro Comolli

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