L'eccellenza del cibo come sinonimo di cultura

Dal sito www.italiaatavola.net riprendiamo il resoconto sull'assemblea della Fibe-Confcommercio dello Chef Matteo Scibilia, proprietario dell'Osteria della Buona condotta di Ornago (MB). 

matteo scibilia olio evo salute diabete580

ll settore del cibo come testimone della cultura e del Made in Italy all'estero, al pari di altre eccellenze, quali l'arte, la cultura e la moda, di cui il nostro Paese è la massima espressione a livello mondiale. 

È quanto è emerso nel corso dell'assemblea della Fipe-Confcommercio del 15 novembre 2018 scorso a Roma, durante la quale la più grande organizzazione di rappresentanza dei pubblici esercizi in Italia ha finalmente deciso che il settore del cibo possa essere a tutti gli effetti testimone alla pari di tante altre eccellenze italiche.

La cucina italiana è cresciuta molto in questi anni, grazie anche a validi cuochi e chef; il Ministro Gian Marco Centinaio ha più volte rimarcato durante il convegno che i cuochi e i ristoratori sono, in Italia come all'estero, gli ambasciatori di una parte importante del Paese, tant'è che si è impegnato per la creazione di un tavolo di lavoro con i rappresentanti del settore per migliorare e dare più slancio a questo settore. 

Ma più che un giudizio "politico" sul convegno, che già il nostro network ha sottolineato, mi preme rimarcare l'alto livello dei relatori e dei loro interventi: personalmente sono anni, anche grazie al mio rapporto con il ministero dei Beni culturali, che sottolineo che non è vero che con la cultura non si mangia.

Il cibo è un condensato di valori culturali, sociali e ambientali, ed è decisivo per il mantenimento della qualità e dell'identità dei territori, come dicono gli esperti, anche per il valore della biodiversità della nostra agricoltura, di cui il nostro Paese è tra i più ricchi al mondo.

Ma come tradurre tutto questo attraverso il cibo, come comprendere e far comprendere tutto questo? Al Convegno Fipe, grazie anche al lavoro del direttore generale Roberto Calugi, ciò è apparso chiaro, soprattutto per la presenza di relatori molto qualificati.

Fra questi Jean Paul Hernandez, gesuita, che ha raccontato come cibo e spiritualità siano un tutt'uno; Gino Ruozzi dell'università di Bologna, che ci ha ricordato come il cibo si trovi anche nella letteratura e Philippe Daverio, maestro d'arte, che ha parlato del cibo nelle opere artistiche. Insomma, non sembrava proprio di essere negli austeri saloni del palazzo di Confcommercio.

matteo e nicoletta scibilia osteria buona condotta580

Tra i relatori, anche una splendida Angela Frena, responsabile Food del Corriere della sera, che ha emozionato tutta la sala raccontando dei suoi esordi nel settore, dopo anni di esperienza politica.

Il cibo è cultura e lei l'ha confermato grazie a questa sua esperienza personale. Il cibo, un filo incredibile che nei secoli ha contribuito a far crescere l'uomo; il cibo è dunque anche spiritualità, basta ammirare l'"Ultima Cena" di Leonardo: il corpo e il sangue di Cristo che diventano pane e vino nella vita quotidiana dell'uomo. Gesù sapeva cucinare? Tante sono le sue parabole intorno al cibo e con il cibo che offre ai suoi discepoli.

Ma nell'arte ci sono tanti altri esempi, dalla "Canestra di frutta" del Caravaggio, alla "Natura morta con peperoni e uva" di Giorgio De Chirico, fino alle citazioni di Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi, in cui lo scrittore racconta di un'umanità in carestia.

E ancora, nel Gattopardo il cibo è addirittura sinonimo di opulenza e, come spesso accade nella vita, denota e differenzia la classe ricca e nobile dalle altre, basti pensare alla descrizione del torreggiante timballo di maccheroni servito a Donnafugata in Casa Salina, il trionfale prodotto di venti secoli di gastronomia siciliana, una storia tutta da gustare e annusare.

E per chiudere con l'arte e la storia, come non citare Penelope che attende il ritorno di Ulisse, vent'anni di una cena continua, tutte le sere in attesa? Tanti i richiami del cibo nel cinema, da Alberto Sordi in "Un americano a Roma", a Totò, in "Miseria e Nobiltà".

Insomma, il cibo è la storia dei popoli e lo specchio di ogni epoca e per questo non può essere estraneo alla cultura.
Una testimonianza che grazie al Convegno della Fipe è apparsa in tutto il suo valore.

Credo che tutto il settore, ristorazione in testa, debba continuare in questa direzione per fare ancora più grande il settore del cibo del nostro Paese.

Matteo Scibilia