Olio extravergine: quali informazioni per tutelare i consumatori?

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Leggere l'olio: questo il filo conduttore del convegno organizzato da Slow Food Italia in collaborazione con Sol&Agrifood a Vinitaly.

Le domande a cui rispondere sono molte: come tutelare i consumatori, come difendere i produttori di piccola scala, come migliorare la tracciabilità dei prodotti e lottare contro le frodi.

Interrogato proprio sulla situazione attuale, è Gian Carlo Caselli, Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, a far luce sul futuro: «La nuova Commissione per la riforma dei reati agroalimentari sta lavorando per riformare il sistema normativo vigente».

«Si tratta di leggi a tutela dell'agroalimentare ormai vetuste e carenti sotto molti aspetti. Vorremmo dar vita a una normativa differenziata a seconda della situazione, che avrà nell'etichetta narrante l'elemento cardine della riforma. 

«Sarà lei il vero antidoto per le malattie del settore agroalimentare, per consentire di raccontare origine e contenuto del cibo che si trova sugli scaffali, restituendo consapevolezza a ciò che il consumatore acquista».

Etichetta narrante che da molti anni caratterizza i prodotti dei Presìdi Slow Food, in particolare gli oli che fanno parte del nuovo Presidio dell'olio extravergine italiano, come ricorda Gaetano Pascale, presidente di Slow Food Italia.

«La filiera dell'olio è purtroppo naturalmente appetibile per le frodi, e quindi è fondamentale riuscire a difenderci dalle contraffazioni e dalla confusione».

«Quando abbiamo ideato l'etichetta narrante per i Presìdi lo abbiamo fatto per permettere al produttore di raccontare ciò che fa a chi fa la spesa, utilizzando un linguaggio semplice e comprensibile», racconta, facendo però notare che «se la analizzassimo da un punto di vista strettamente normativo, sarebbe fuori legge!».

Ad esempio sulle bottiglie di olio extravergine non è consentito indicare, se non in alcune eccezioni, il comune di provenienza, un vero paradosso che va a discapito della trasparenza per consumatori e produttori.

«Le sanzioni amministrative oggi vigenti nella legislazione dell'agroalimentare fanno sì che la frode possa essere considerata dal produttore disonesto un mero costo di produzione perché a volte i guadagni ottenuti con un comportamento non trasparente superano l'importo dell'eventuale sanzione».

«Etichetta, tracciabilità e qualità. Questi i tre capisaldi alla base del nostro lavoro che permettono ai consumatori di avere un olio extravergine di qualità», commenta Giuseppe Vadalà, comandante regionale del Corpo Forestale dello Stato per la Toscana.

«Lavoriamo per dare certezze alla qualità dell'olio, che è un bene economico immenso e che caratterizza tutta la penisola, che garantisce il reddito degli olivicoltori».

«Abbiamo quasi 400 cultivar differenti che ci permettono di avere oli eccezionali, dobbiamo però far conoscere la qualità, sia raccontandola che facendola assaggiare. L'etichetta è fondamentale, indicando il luogo di trasformazione e l'origine della materia prima, è uno dei connotati per fare qualità».