Adamello, cuore d'Europa

Campanula_Raineri_305Il Parco dell'Adamello si trova al centro della catena alpina, nelle Alpi Retiche, e comprende tutto il versante lombardo del gruppo dell'Adamello, zona ubicata nella porzione nord-orientale della provincia di Brescia.Si estende per 51.000 ettari (510 km2), dal Passo del Tonale a quello di Crocedomini; a est il Parco ha per limite il confine regionale tra Lombardia e Trentino, a ovest il suo confine si mantiene poco al di sopra della sponda sinistra dell'Oglio, il quinto fiume italiano per la sua lunghezza. L'importanza del Parco dell'Adamello è accresciuta dalla sua posizione, perché esso funge da ponte tra i due parchi che gli sono limitrofi: al suo limite orientale si trova il Parco trentino Adamello-Brenta, al limite settentrionale il Parco dello Stelvio, a sua volta limitrofo del Parco Nazionale svizzero dell'Engadina. In tal modo si è venuta a costituire nel cuore dell'Europa un'area protetta di 250mila ettari, la più grande delle Alpi e tra le più affascinanti. Di essa il Parco dell'Adamello rappresenta la punta meridionale. «Il Parco Adamello – dice con orgoglio il direttore, Dario Furlanetto - oltre alle attività ordinarie di tutela e gestione dell'area protetta, svolge anche un servizio di progettazione continua al fine di migliorare i vari aspetti che competono alla propria missione.

Tali progettazione si concretizza non solo nei settori più prossimi alla tutela degli aspetti naturalistici o fruitivi ma coinvolge tutte le attività umane presenti sul territorio». Le attivItà del Parco si esplicano in numerosissimi settori: dalle foreste ai percorsi alpini, dalla educazione ambientale al recupero e paesaggistico, dalla agricoltura ai beni architettonici. Tutto ciò ha comunque un denominatore comune riassumibile in un solo termine: sostenibilità.

«Ogni progetto, ogni azione, ogni intervento del nostro Parco – sottolinea Furlanetto - è ispirato a tale imprescindibile obiettivo: dimostrare e attuare in ogni nostra azione la sostenibilità degli interventi adottati al fine di trasmettere alle future generazioni non solo un territorio di elevata qualità ambientale ed eccellenza turistica e fruitiva, ma soprattutto di sostenibilità nei modi e nei termini nello sviluppare azioni concrete da adottare e attuare sul territorio, a dimostrazione che "sostenibile" non è una parola abusata e uno slogan ma che è l'aggettivo che può e deve contraddistinguere ogni nostra azione presente proiettandola sul futuro».

Barbagianni_305Ecco perché fra il 12 e il 15 luglio il Parco dell'Adamello, in collaborazione con il Distretto culturale, ospita la "Fiera della sostenibilità della Natura Alpina". La manifestazione si articolerà in una serie di eventi e iniziative accomunati da un unico termine: sostenibilità. I temi trattati in questa edizione saranno: energie rinnovabili; natura, agricoltura e alpeggi; culture per la montagna. L'"abbandono dell'agricoltura" verificatosi nel Parco dell'Adamello negli ultimi decenni, per esempio, ha portato con sé anche l'"abbandono del territorio rurale. Ma anche a progetti di recupero: «Abbiamo ripreso una antica tradizione di raccolta e commercializzazione dei frutti spontanei del bosco che, dai ricordi degli anziani, era presente pure nei territori dell'Alta Valle Camonica. Al di fuori della produzione amatoriale, si tratta di una coltivazione che richiede grande specializzazione tecnica, legata alla delicatezza dei frutti e ai loro contenuti salutistici, oltre che una buona e efficiente capacità logistica e commerciale post-produzione».

Dal 12 al 15 gennaio 2012 il Parco Regionale dell’ Adamello Lombardo e la Valle Camonica hanno ospitato ALPARC, la Rete Alpina delle Aree Protette, riunisce quasi tutte le aree protette esistenti nel perimetro della Convenzione delle Alpi. Dal 1995 essa permette uno scambio intenso tra parchi, riserve naturali, riserve della biosfera ed altre zone protette delle Alpi oltre alle istituzioni preposte alla protezione della natura, agli attori locali, alle popolazioni e agli operatori scientifici. ALPARC ha come primario obiettivo quello di applicare concretamente il protocollo «Protezione della natura e tutela del paesaggio» adottato nella Convenzione delle Alpi e firmato da Germania, Austria, Francia, Italia, Principato di Monaco, Principato del Liechtenstein, Slovenia e Svizzera.

Nel territorio del Parco Naturale Adamello Brenta esiste una vivace realtà di produttori locali, che trasformano le ricchezze di campi e boschi e il vasto patrimonio di conoscenze tradizionali in una deliziosa varietà di offerte gastronomiche. I prodotti del Parco sono frutto di un'attenta selezione: provengono tutti da aziende locali che si adoperano per ottenere prodotti sani e di alta qualità. Yoghurt, mele, formaggio, noci, miele, l'antica "ciuiga": ogni sapore parla di un paese, di una valle, di un altopiano e della storia della sua gente.

Formaggi vaccini e caprini

Il formaggio vaccino annovera sul nostro territorio numerose varietà e tipologie. Il "Casolet", detto anche "Cadolet", viene prodotto in quasi tutta la Valle Camonica ed ha una forma triangolare, che si ottiene dividendo in due il formaggio quadrato ancora fresco. Quasi sempre è prodotto con latte vaccino scremato, ma talvolta gli si aggiunge anche latte di capra, e viene chiamato "Casolet di capra". Il peso del "Casolet" varia a seconda delle dimensioni, ma non va oltre i 2 kg. La sottile crosta è liscia o rugosa, bianca o giallo chiaro, con leggera muffa grigia se il formaggio è stagionato. La pasta è morbida. Il sapore delicato lo rende apprezzabile come formaggio da fine pasto. In cucina viene usato per condire i primi piatti.

Il "Silter", originale per sapori e aromi, è un formaggio semigrasso a pasta semicotta, di forma cilindrica, del diametro variabile tra 34 e 40 cm e scalzo di 10. Il peso medio varia tra i 10 ed i 16 kg; ha una crosta dura e consistente. Può diventare un formaggio da fine pasto di grande privilegio, ma si adatta anche a piatti più semplici. I produttori locali del "Silter", per il quale è in corso la procedura per il riconoscimento D.O.P., sono riuniti nel Consorzio Silter . Il "Silter"si propone sul mercato nelle due tipologie di "Silter", con stagionatura più breve e gusto tenero, e "Silter stagionato", la cui stagionatura è più lunga ed è contraddistinto da aromi e sapori più intensi.

Orchidea_305Assai rinomate sono anche le formaggelle della Valle Camonica, come la formaggella della Val Saviore, prodotto assai ricercato, o la "Rosa Camuna", prodotta dal caseificio CISSVA, che richiama nella forma e nel nome la famosa incisione sulle rocce di Capo di Ponte. Dall'esclusiva forma a quattro petali, questo formaggio viene prodotto con latte parzialmente scremato. La crosta è sottile ed elastica, di color paglierino. La pasta è profumata, dal sapore dolce. Un'altra formaggella che ha acquisito notorietà è la "Casatta" della Val di Corteno, e in particolare quella di Campovecchio. Viene prodotta con latte crudo intero. Molto apprezzato è anche il burro nostrano, dal colore giallo acceso e il sapore cremoso.

Infine troviamo la ricotta della Valle Camonica, detta "Mascherpa". Ha colore candido, aspetto grumoso, e sapore dolce. Viene usata in cucina creando ripieni e dando un tocco di sapore in più ad ogni piatto. Il formaggio di capra della Valle Camonica ha origini lontane e oggi, grazie alle sapienti produzioni artigianali, è diventato un prodotto d'eccellenza, appetibile per un pubblico di intenditori.

A detenere il primato sul territorio camuno è certamente il "Fatulì" della Val Saviore, ottenuto da una particolare razza autoctona di capra: la Bionda dell"Adamello. La crosta di questo formaggio è leggermente amarognola e all'interno si presenta netta al taglio e dolce al palato. Una volta grattugiato, può essere anche un ottimo accompagnamento alla pasta di farina di castagne. Gli allevamenti della capra Bionda attualmente contano circa 2.500 capi, e sono caratterizzati da un mantello di pelo molto lungo e biondiccio. La capra bionda dell"Adamello produce poco di più di due litri di latte al giorno. Il "Fatulì" è un prodotto con pochi grassi ed è facilmente digeribile. La fase che lo caratterizza è l'affumicatura: sopra apposite grate poste all"interno dei camini, dove sono state collocate le forme di fatulì per completare la fase di asciugatura, vengono accesi fuochi di rami verdi e bacche di ginepro: il fumo, che dura qualche giorno, dà al formaggio un aroma assolutamente unico.

Assai diffuso in Valle Camonica è anche il caprino fresco. Si presenta al naturale o arricchito da aromi: semi di papavero, prezzemolo, cannella ed erba cipollina. La dimensione è molto variabile, mentre il sapore non cambia. Il gusto varia solo a seconda della guarnizione che il casaro intende dare. Questi formaggi risultano al taglio di colore candido. La pasta può essere compatta e morbida, ma anche cremosa e burrosa. Il sapore del caprino fresco naturale è piacevolmente acidulo, sapido e con un leggero retrogusto di nocciola. Lo si può consumare tutto insieme: è privo di crosta.

Un oggetto di culto per i gourmet è il caprino in foglia.

Una volta svestito dalla foglia di vite o castagno, presenta una crosta color nocciola, con venature rossastre; l'interno è cremoso ed assume il retrogusto delle foglie dell"albero dove è maturato. Nel caso del caprino in foglia dei nostri castagni, la crosta risulta particolarmente dolce, adatta a chi non predilige sapori decisi.

Vini e distillati

In Valle Camonica si producono ottimi vini rossi e bianchi - oltre 20 etichette - che hanno consentito di ottenere in tempi record l'Indicazione Geografica Tipica (I.G.T.) da parte della Comunità Europea e sollecitato la costituzione del Consorzio Tutela IGT Valcamonica. I vini di Valle Camonica vengono coltivati e prodotti prevalentemente in tre aree: in media valle da Sellero a Breno, nei conoidi della Concarena, fra Capo di Ponte e Losine; nella zona della Valgrigna, fra Bienno e Malegno; infine nell'area da Piancogno ad Artogne, inclusa la zona di Darfo Boario (con Erbanno, Angone e Gorzone) e Angolo Terme.

Per quanto riguarda i vitigni a bacca nera, sono presenti soprattutto il Merlot ed il Marzemino. Muller Thurgau, Incrocio Manzoni e Riesling Renano risultano essere invece i vitigni a bacca bianca più diffusi. Vi sono inoltre vitigni autoctoni, ormai piuttosto rari, quali il Valcamonec, L'Erbanno ed il Sebina. Tra i vini rossi più conosciuti vi è il Lanzato, che ha assunto il nome dall'omonima località nei pressi di Piancogno. Fra i rossi è assai noto anche il Camunnorum. I vini rossi camuni sono ideali per accompagnare carni rosse o bianche alla griglia o arrosto, cacciagione, salumi e corposi formaggi. I nostri vini bianchi possono essere assaggiati con antipasti leggeri, minestra d'orzo o magari con piatti a base di trota e di altri pesci allevati in valle o pescati nei torrenti.

Miele

ape_305Grazie all'impegno di oltre 250 apicoltori dislocati lungo tutto il territorio valligiano, in Valle Camonica si produce un miele di ottima qualità organolettica. Il lavoro attento e accurato dei produttori locali fa sì che si ottenga un miele naturale e sano, sempre più ricercato dal consumatore. Svitando il tappo dei preziosi vasetti camuni, si viene pervasi dall'aroma dei favi d'acacia, del castagno, del tiglio, del rododendro e dei millefiori, tutti veri e propri distillati di salute.Le virtù del miele sono comunemente note, in particolare l'alta digeribilità, le proprietà curative e l'impiego nei prodotti cosmetici. Ma questo dolce prodotto viene impiegato frequentemente anche in cucina, per impreziosire il sapore di pietanze, bevande e formaggi, come testimone del gusto di questa terra.

Frutta

La frutticoltura in Valle Camonica è assai diffusa, grazie anche ad alcune realtà locali che stanno dando nuovo impulso a questo settore. Campi e terrazzamenti vengono curati come giardini, su una superficie di 20 ettari, esaltati dai colori di lamponi, more, uva spina, mele, pere, mirtilli, fragole, ribes gialli, neri e rossi.Fragranti e croccanti, le mele della Valle Camonica possiedono nomi divenuti ormai noti: "Golden delicious", "Renetta del Canada", "Red Delicious".

Sopravvivono anche varietà locali, come la "Ruggine" o "pom rusinì", il "pom de San Piero" o il "pom sanguinì". Per salvaguardare il patrimonio dei frutti della Valle Camonica, il Parco dell'Adamello ha avviato un progetto per censire e recuperare le varietà di mele locali (ma anche di pere) come il "pom coral", il "pom costa" o il "pom paradis", mele uniche, dal colore rosso e dal gusto gradevole. In Valle Camonica si possono trovare marmellate, rondelle disidratate, aceto o semplice succo accanto a più innovative varietà di nettari, di mostarde e composte, studiate per accompagnare carni, salumi e formaggi.

Castagne

Le castagne della Valle Camonica rappresentano un'importante e ricca risorsa di questo territorio sin dagli anni Cinquanta del Novecento, quando la produzione e il consumo di questi frutti iniziarono a diventare assai diffusi.

Dislocati da sud della valle risalendo fino ai pendii lungo il Pizzo Badile, gli alberi da frutto fanno parte integrante del paesaggio camuno, caratterizzandone l'ambiente storico, rurale e naturale sui prati terrazzati. Spesso capita di vedere le dolci castagne nei cascinali a mezza costa, stese a riposare ed essiccare al calore di un fuoco lento sui graticci di nocciolo o su una sottile rete in attesa di essere sbucciate e battute: questi sono i frutti secchi chiamati "biline". Si possono bollire e preparare per gustose minestre, alle quali aggiungere un po' di latte. Oppure si può consumarle fresche, lessate con l'immancabile alloro. A volte vengono anche macinate con molini ad acqua, che servono per ottenere la farina con cui è tradizione, qui in Valle Camonica preparare torte e biscotti.Oltre all'uso per dolci e dessert, le castagne di Valle Camonica possono anche essere assaggiate da sole alla fine del pasto, abbinandole ad un ottimo digestivo distillato, ricavato proprio con questi piccoli frutti. La loro attrattiva tuttavia non è rappresentata soltanto dal gusto e dal sapore. Basta passeggiare nei boschi della media valle durante l'autunno, per accorgersi di quale fascino scenografico emani la presenza delle castagne, ancora avvolte nei loro ricci, mentre si trovano appese sugli alberi, oppure disseminate lungo i sentieri fra le cascine in pietra e le rocce istoriate degli antichi camuni. Qui si può davvero scoprire come questi frutti siano i veri tesori nascosti della Valle Camonica.

Cereali, patate, olio

Stella_Alpina_305A Sonico, Bienno, Cerveno, Ossimo, Monno e Cimbergo, lungo i terreni drenanti e ghiaiosi, da decenni si coltiva la patata e ad Ossimo, in particolare, è possibile trovare la famosa varietà "San Carlo", da sempre nota per le sue proprietà curative. Da tempo l'Associazione Produttori Agricoli di Valle Camonica (A.P.A.V.) è impegnata nella valorizzazione e nel mantenimento delle colture tradizionali, e in particolare proprio delle patate.

Ma in Valle Camonica vi sono anche numerosi cereali, che vengono impiegati in forneria e in pasticceria, come la farina di segale, così caratteristica e profumata, o il grano saraceno. Ciambelle, deliziosi biscotti e paste fresche, condite con i sughi di selvaggina o burro e formaggio Silter, arricchiscono le nostre tavole. Tra i dolci invece è assai nota la spongada, una pagnotta dolce che viene consumata anche con il salame. Il cibo più tipico della Valle Camonica e delle popolazioni di montagna resta la polenta. Nel fondovalle pianeggiante, a Pian Camuno come a Malonno, o sui terrazzamenti a Berzo Demo come a Ceto, ogni angolo è favorevole alla crescita del mais.


Oggi viene accompagnata con ogni pietanza: non solo carne in umido o selvaggina, ma anche primi piatti, come si usa a Breno con i "caicc", i caratteristici ravioli. Tra Darfo Boario Terme e Breno si trovano i nostri ulivi che offrono uno straordinario e profumato olio, e a Paisco Loveno vengono ancora coltivati i fagioli neri.

In bassa Valle Camonica fino al confine con il Lago d'Iseo, la coltivazione dell'olivo ha una certa diffusione: per la maggior parte dei casi si tratta di uliveti che occupano i terrazzamenti di versante, gestiti da aziende familiari che con questa attività compiono opera di conservazione del territorio. Il territorio del comune di Darfo Boario Terme è stato anche inserito nell'area di produzione della D.O.P. Olio extravergine d'oliva "Laghi Lombardi". Normalmente l'olio ottenuto è caratterizzato da un aroma fruttato medio-leggero, accompagnato da un sapore piccante e amaro, e presenta bassissimi tenori di acidità, in linea con le caratteristiche degli olii del Nord Italia.

Le piante officinali

Nocciolaia_305Infusi, tisane e amari sin dal passato vengono preparati in Valle Camonica, grazie alla diffusa coltivazione di piante officinali e aromatiche, che a partire dal 2002 è andata via via intensificandosi ad opera della Comunità Montana e dell'Università della Montagna di Edolo, che hanno voluto assegnare basi scientifiche al patrimonio di esperienza e cultura orali della tradizione contadina e intraprendere un vasto progetto di promozione di questo settore.Con il rilancio della coltivazione officinale, alcuni appezzamenti e terreni da tempo incolti hanno trovato nuova linfa vitale, soprattutto nei paesi di Gianico, Sonico, Angolo Terme, Malegno, Monno e Saviore dell'Adamello; altri sono stati inseriti in aziende agrituristiche, come a Darfo Boario Terme e Temù. I produttori si occupano di tutte le fasi della produzione delle piante, dalla coltivazione alla trasformazione fino alla commercializzazione.

Salumi

Salumi di maiale, pecora e capra da sempre rappresentano i prodotti più caratteristici della Valle Camonica, accanto alla tradizionale salsiccia di castrato. L'arte norcina nel nostro territorio ha radici assai lontane e ancora oggi si producono in gran quantità salamelle - i famosi "strinù" - pancette, salami e lardo, spesso insaporito con sale, alloro e ginepro. Fra le carni di ovinidi, si può consumare la berna, opportunamente lavorata, sgrassata, aromatizzata e seccata. Con le cosce di capra e pecora allevate sui pascoli si confezionano squisiti prosciutti, chiamati violini, poiché vengono affettati tenendoli in mano come fossero strumenti musicali. Dalla pecora di Corteno, una razza in via di estinzione protetta dall'Unione Europea, nel paese del premio Nobel Golgi si ricava il cuz: pecora bollita per almeno tre ore nel suo grasso con il burro. Ma in Valle Camonica si possono trovare anche salamelle con carne di capra e pecora: il grasso è sempre suino. Ci sono anche salami inconsueti, come quello di lumaca, o i salami di selvaggina, che sono particolarmente graditi. Così talvolta è possibile trovare carne di selvaggina, come cervi, caprioli o camosci regolarmente abbattuti. Ne sono provviste le macellerie dell'Alta Valle, da Incudine a Ponte di Legno.

Certamente uno dei prodotti più apprezzati resta la salsiccia di castrato, che viene consumata con patate bollite o polenta, sempre bollita. La bontà della salsiccia di castrato consiste soprattutto nel sugo che si ottiene al momento dell'apertura, dato che la carne viene impastata con il brodo dello stesso castrato. Infine, troviamo la "carne salada", prodotta con carne di manzo, di cui si usa fesa o scamone. Rimane per una ventina di giorni a riposare con aglio, alloro, bacche di ginepro, pepe e poi viene bollita o consumata cruda, affettata sempre finissima. La si può gustare con fagioli e cipolle e con un filo d'olio camuno.

Pescicoltura

Come molti altri cibi, provenienti dagli allevamenti e dalle coltivazioni della Valle Camonica, anche il pesce è uno dei piatti tipici più apprezzati e richiesti. Sin dall'antichità la pesca era una pratica assai diffusa: trote, temoli o gamberi d'acqua dolce venivano pescati sulle rive di fiumi e laghetti.

Negli ultimi decenni l'allevamento di pesce si è ulteriormente specializzato: oggi alcune aziende locali si sono dotate di appositi vasconi, che permettono di fornire di pesce fresco sia alle aree attrezzate per lo sport (a Vezza d'Oglio, in alta Valle Camonica, si trova un esclusivo centro dove praticare la pesca a mosca, seguito da appositi istruttori) sia alle tavole sempre più preparate e competenti dei nostri ristoranti e delle nostre trattorie, che propongono alla clientele questo piatto sotto molteplici forme: attraverso fantasiosi antipasti, saporiti primi piatti o semplicemente cucinato alla griglia.

Crocus_Albiflorus_305Lumache

Fra i prodotti tipici locali, è assai diffuso in Valle Camonica il consumo di lumache. Accanto ad allevamenti tradizionali, si trovano quelli "a ciclo completo all'aperto", dove le lumache nascono e crescono nutrendosi esclusivamente con vegetali freschi e selezionati, seminati nelle stesse aziende agricole per garantire la massima cura e bontà nell'offerta del prodotto finale. Tra le aree del nord Italia dove le chiocciole vengono allevate, anche la Valle Camonica ha un ruolo non indifferente. Ci riferiamo a un patrimonio complessivo di 150 quintali di chiocciole allevate, che contribuisce anche a rendere caratteristico il paesaggio valligiano. Infatti non è difficile trovare campi con recinzioni di rete, magari in località non esposte troppo al sole o in leggero pendio. Le lumache qui vengono frequentemente cucinate al burro con gli spinaci selvatici (il perüc) o semplicemente condite con un filo d'olio, appena sbollentate (a rael). Del resto la lumaca, definita Helix pomata, si presta benissimo alla realizzazione di numerosi piatti ed è considerata un prodotti dietetico dal pregio nutrizionale non indifferente, con molto ferro (3,5 milligrammi per 100 grammi) ed una percentuale minima di grassi (solo l'1,7%). La lumaca è un alimento apprezzato da sempre e in Valle Camonica si possono trovare numerosi allevamenti, curati e ben selezionati, che garantiscono la qualità e la genuinità di questo prodotto.

Dove dormire

Il Parco ti consiglia le strutture ricettive che hanno ottenuto il Marchio Qualità Parco in quanto adottano un insieme di regole di gestione con finalità di risparmio energetico, idrico, utilizzo razionale delle risorse e miglioramento della tipicità dell'offerta. Le strutture ricettive che aderiscono a questo progetto sono consapevoli dell’importanza del ruolo che le contraddistingue e si impegnano a mantenere intatto il paesaggio ed attenuare continuamente i propri impatti ambientali.

Alberghi, garnì, campeggi ti aspettano per farti conoscere il fascino di una natura incontaminata, di un paesaggio unico, dove la vacanza si sposa con il rispetto del territorio, in un percorso di valorizzazione che si snoda tra la scoperta dell’ambiente, della storia e delle tradizioni di un luogo di vacanza tra i più suggestivi dell’arco alpino. A completamento dell'offerta il Parco ha inaugurato la nuova Casa Natura "Villa Santi". Antica casa rurale, situata nel comune di Montagne, è stata rinnovata attraverso un progetto di restauro conservativo che ne ha mantenuto l’aspetto tradizionale adottando, tuttavia, tecnologie innovative attente alla salubrità dei materiali, all’efficienza energetica e al risparmio idrico; “Villa Santi” è stata trasformata in un esempio di architettura sostenibile.

Naturalmente nel territorio del Parco puoi trovare ospitalità anche in molte altre strutture di tutte le categorie. Per informazioni rivolgersi alle Aziende di Promozione Turistica del territorio. Inoltre il Parco dispone di 2 foresterie, una situata a S. Antonio di Mavignola e una nel cuore del Brenta in località Valagola presso l'omonimo lago.

Dove & Come

Piazzetta Tassara, 3 - 25043 Breno (BS) Tel. 0364/324011 - 0364/324011 Email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.parcoadamello.it