Il Falcone, un vino imperiale

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I Latini chiamavano murex (roccia aguzza) l'altopiano carsico che costituisce la spina dorsale della Puglia centrale e che si estende dalla valle del fiume Ofanto, a Nord, fino al bassopiano messapico-salentino a Sud. Discende da questo termine l'attuale Murgia, territorio talmente eterogeneo per paesaggi e coltivazioni che per questo è usato spesso declinato al plurale.

Si parla infatti di Murgia Adriatica per indicare la zona dove si coltiva il pregiato Moscato di Trani, di Bassa Murgia per designare il verdeggiante territorio dove i produttori di Gioia del Colle contendono alla città di Manduria il "primato" per il primitivo, di Murgia delle gravine per denotare l'area "scolpita" da lame, doline, gravine e grotte naturali frutto del lento scorrere sotterraneo delle acque.

Con Alta Murgia ci si riferisce ai terreni rocciosi, ricchi di vegetazione spontanea alternata a strisce di campi coltivati che contrastano apparentemente con i boschi di querce e le pinete ai piedi del Castel del Monte, il celebre castello a pianta ottagonale fatto costruire nel 1240 dall'imperatore Federico II in Puglia.

La storia
Castel del Monte possiede un valore eccezionale per la perfezione delle sue forme, ispirate al motivo dell'ottagono, mentre l'armonia e la fusione di elementi culturali venuti dal Nord d'Europa, dal mondo musulmano e dall'antichità classica riflettono l'umanesimo del fondatore.

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Sentinella e punto di riferimento per chi viaggia nell'Alta Murgia, Castel del Monte disciplina anche una delle zone a più spiccata vocazione vitivinicola della Puglia, che non poteva non prendere nome da un così nobile simbolo.

La Denominazione di origine controllata Castel del Monte, ufficializzata nel 1997, si estende su una decina di comuni limitrofi a Minervino Murge e fra l'altro è il regno del nero di Troia, vitigno che dona ai vini struttura e li rende idonei al lungo invecchiamento.

Di origini incerte (chi ritiene sia originaria dell'Asia Minore, portata in Puglia dagli antichi greci; chi sia nativa di Troia, un piccolo paese del Foggiano) il nero di Troia è stata a lungo considerata uva da vino mediocre e da taglio, oggi riconsiderata proprio per la sua struttura e intensità.

Insieme al Montepulciano (vitigno che si pensa sia giunto qui in età preromana dalla Grecia) e l'Aglianico (di certa origine greca) costituisce la base del Castel del Monte rosso Doc. Nell'agro di Andria, il cuore della Doc Castel del Monte, la famiglia De Corato è tra i portavoce in Italia e nel mondo di questa denominazione e della rinascita qualitativa del vino della regione.

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Scelta e valorizzazione dei vitigni autoctoni (Nero di Troia, Montepulciano, Aglianico, Bombino, Pampanuto), ripristino di vecchie vigne, consulenza in vigna e in cantina di affermati professionisti hanno imposto una gamma di etichette di grande pregio e carattere con cui Sebastiano, rappresentante della quarta generazione della famiglia de Corato, ha impresso un deciso orientamento al mercato all'azienda di famiglia.

Il Falcone
Considerato da oltre 40 anni uno dei più prestigiosi vini rossi pugliesi e dell'intero Meridione d'Italia, è un omaggio della Rivera all'imperatore Federico II di Svevia che amava, appunto, cacciare con il falcone nelle campagne intorno al Castel del Monte.

L'uva è vendemmiata tra la terza e la quarta settimana di ottobre. La macerazione si protrae per 15 giorni in vinificatori di acciaio, dove sono eseguiti frequenti rimontaggi allo scopo di ottenere una migliore estrazione di sostanze aromatiche e coloranti e al tempo stesso ammorbidire la massa tannica.

Il vino matura poi per 14 mesi metà in barriques di rovere francese di varie età e per metà in botti di rovere francese da 30 Hl, dove affina i tannini e migliora la sua armonicità senza tuttavia acquisire eccessive connotazioni legnose. Un ulteriore affinamento di un anno in bottiglia completa la sua maturazione e gli permette di esprimere la sua complessità ed eleganza.

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Caratteristiche
Il Falcone - Castel del Monte doc Riserva nasce da uve Nero di Troia (70%) e Montepuliano (30%) raccolte in vecchi vigneti piantati su terreni tufacei profondi a un'altitudine di 200 metri s.l.m. e cresciuti a cordone speronato con una densità di 4800 viti per ettaro.

Possiede 13,5 gradi alcolici, un'acidità totale di 5,50 g/l, pH 3,45, zuccheri residui 1,8 g/l, mentre l'anidride solforosa totale è 80 mg/l. Ha colore rosso granato fitto e bouquet complesso con note di frutta matura, cuoio, tabacco e spezie.

Al palato si rivela pieno, vigoroso ma austero, corposo di grande struttura, molto lungo ed equilibrato grazie a un uso calibrato del rovere. Si presta a essere invecchiato oltre 10 anni.

Abbinamenti
Servito a temperatura di cantina e dopo un'opportuna ossigenazione, ha una stoffa consistente ed elegante che lo rende adatto a cibi particolarmente saporosi quali i grandi arrosti di carni rosse, la selvaggina da pelo, le carni a base di salse concentrate come gli stracotti e i brasati e i formaggi a lunga stagionatura.

Azienda Vinicola Rivera
S.P.231 Km. 60,500
76123 Andria (BT)
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Nella foto iin apertura, da sinistra, Marco, Carlo e Sebastiano De Corato.